Fino al 28 febbraio al PAN Palazzo delle Arti Napoli, Passage: la personale dell'artista campano curata da Paola De Ciuceis.
Tra tra il reale e l’immaginifico, in un'orizzonte che si esprime in una dimensione-limite tra segno e significato, torna in una nuova personale Geppy Pisanelli, artista e ricercatore scientifico (virologo), classe '71, nato ad Aversa ma attivo tra Napoli e New York. Attraverso le 40 opere esposte nella mostra intitolata Passage e curata da Paola De Ciuceis, racconta in dipinti, in oli su seta o pastelli su carta, il profondo mondo interiore con uno sguardo costante alla natura. Colore, luce, ombra che danno una dimensione onirica agli oggetti e predispongono lo spettatore ad un viaggio introspettivo ed emozionale.
"Cerco di analizzare quelle che sono le domande fondamentali dell’uomo - spiega Pisanelli - Chi siamo? Dove andiamo? Qual è il senso della nostra esistenza? Nei primi lavori la figura umana era una costante ma, nel tempo, l’ho sostituita gradualmente con oggetti che ne richiamano la presenza. I soggetti che mi appassionano sono immagini archetipo e atemporali, scelti tra quelli che io definisco unità minime di sopravvivenza e comuni a tutte le popolazioni e latitudini. Ad esempio, le zattere negli ultimi lavori, le tende in quelli un poco precedenti. Diverso è il lavoro del ciclo “Clouds” dove l’approccio è più istintivo, ma senza mai trascurare la composizione ed i rapporti tra luce e ombre".
Cuore della mostra sono 4 dipinti di più grandi dimensioni del ciclo Passage, che da il nome all'intera mostra, in cui il tema dal forte impatto emozionale è legato alla solitudine umana. Zattere in mare, una, poi tante, simbolo di una deriva a cui in qualche modo si è abituati anche dalle notizie della cronaca, vivono in una dimensione di colore in cui l'acqua e il cielo si confondono. L'impatto in cui il colore, l'azzurro o il rosa, vibra attraversato e mediato dalle luci e dalle ombre.
"Un cammino ai limiti dell’onirico -scrive Paola De Ciuceis- scandito da una ponderata tavolozza di tinte fredde che, facendo per la prima volta ingresso nella gamma dei colori abitualmente preferiti da Pisanelli, la completano aggiungendosi a quelle tonalità calde fin qui scelte che vedevano prevalere l’intera varietà dei rossi e degli aranci, dei gialli e delle terre, oltre naturalmente il bianco e il nero. Nell’uno e nell’altro caso, i risultati sono atmosfere rarefatte che dall’osservazione della realtà sensibile conducono all’astrazione mentale, stimolando sensazioni contraddittorie il cui intento è proprio quello di innescare riflessioni su temi universali eppure sempre urgenti nel quotidiano di ogni singolo individuo impegnato, continuamente e per sua natura, con pensieri che variano dalla ciclicità del tempo alle difficoltà dell’esistenza, dall’isolamento all’incertezza del destino".
Un'idea di relazione, di dialogo con lo spettatore che è, come afferma lo stesso Pisanelli alla base della sua arte:
"Ciò che desidero è che lo spettatore- spiega- dopo aver visto miei lavori, inizi a porsi più domande. Per me, il compito dell’arte, non è quello di dare massaggi o risposte ma di porre domande e stimolare l’intelletto; più è spronato, più si crea una coscienza critica, quindi, più persone con capacità d’analisi nel decifrare la realtà, è in questo momento che l’estetica coincide con l’etica. Quanto ai contenuti, ciò che mi interessa è creare immagini che oltre a riprodurre la realtà rimandino ad figurazioni "mentali" che conducono l'osservatore ad una riflessione più ampia sulla valenza della pittura come mezzo espressivo per interpretare la realtà. Se dovessi esprimere in sintesi il mio lavoro, lo definirei “minimalismo narrativo”. Ovviamente, si tratta di un ossimoro, in quanto nel minimalismo il concetto di narrazione è abolito e l’opera si risolve solo nella struttura formale e concettuale. Tuttavia, nel mio caso, il termine minimalismo sta a indicare, appunto, una pittura in cui la composizione è essenziale, ridotta per cosi dire a termini minimali, pochi elementi, che tuttavia riescono a sviluppare un percorso narrativo, a raccontare o suggerire una storia".
La mostra è realizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli. Aperta fino al 28 febbraio al PAN, ingresso libero, tutti i giorni, ore 9,30-19.30 (ultimo ingresso ore 19), domenica ore 9.30-14.30 (ultimo ingresso ore 14) - Martedì chiuso.